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FIBROSARCOMA NEL GATTO

Il fibrosarcoma (chiamato anche sarcoma post-vaccinale, particolarmente nei Paesi anglosassoni) consiste in un tumore maligno di origine mesenchimale (il mesenchima è lo strato cellulare medio dell’embrione) che può colpire in modo fulminante i nostri mici. Nel loro modo di agire, raramente sono incapsulati, ma tuttavia tendono ad espandersi lungo i muscoli e non solo, anche lungo i tessuti più facilmente raggiungibili. Sempre sul tema del modo di espandersi, questo tipo di tumore non da metastasi (ossia la riproduzione del morbo in un punto non ravvicinato a quello d’origine) ma bensì si espande sempre in profondità del punto in cui viene localizzato, in modo assai intenso

I sospetti sulla causa di questa malattia ricadono sulle iniezioni vaccinali (quali quelle contro rabbia, leucosi felina…) e questo responso è stato raggiunto mediante l’osservazione del fatto che in precedenza la presenza di queste cellule fusiformi (che caratterizzano il fibrosarcoma) nel gatto era rarissima, se non inesistente, mentre ora è uno dei tumori più diffusi, che col tempo ha cambiato il modo di attaccare l’organismo, nonché il luogo e anche l’età in cui può svilupparsi. Mentre in passato le parti più colpite erano le estremità del corpo (la testa, gli arti…) ora le localizzazioni sono divenute quelle più soggette a iniezioni: la parte dorsale del collo, il torace, i fianchi, la regione lombare e le coscie). Si è verificato come la presenza del fibrosarcoma aumenti nei siti soggetti alle iniezioni di vaccini antirabbica e antileucemico Un ulteriore esempio può essere il fatto che nei paesi dove il vaccino anti-rabbia non è obbligatorio il fibrosarcoma, di conseguenza, è praticamente sconosciuto.

Durante l’iniezione vengono liberati all’interno dell’organismo dei radicali liberi ossidanti. Intorno al punto di iniezione le cellule vengono infiammate, rendendo la strada priva di ostacoli ai radicali liberi che saranno in grado di poter produrre alterazioni del DNA Tutto ciò porta inevitabilmente a chiedersi se il vaccinare il proprio gatto sia un bene o no. Ciò dipende dal gatto, al suo stile di vita, al suo essere fisico. Per esempio, un gatto che ha una vita sedentaria, dove resta in casa, non ha contatti con altri animali o non viaggia senz’ombra di dubbio non avrà bisogno di un vaccino anti-rabbia. In breve, è essenziale evitare accuratamente le vaccinazioni inutili. Un gatto che non ha contatto con l’esterno e non coabita con gatti positivi alla leucemia e’ ovvio che vaccinarli contro la leucemia e’ da evitare

Nel caso la vaccinazione debba essere fatta perché indispensabile, è importante che il proprietario del gatto sia a conoscenza di questa malattia per poter intervenire prontamente nel caso noti presenze di noduli o bizzarre malformazioni attorno ai punti di iniezione o piccoli grumi, il cui sviluppo varia da una settimana a qualche mese.

E’ consigliato agire con una vaccinazione sottocutanea invece che con una intramuscolare, poiché un tumore sarà più facilmente asportabile, poiché sito in una profondità assai minore. I punti migliori per fare la vaccinazione sono gli arti e i finachi, sempre per il fatto di facilitare l’asportazione. Evitare quindi la zona interscapolare che e’ la sede piu’ comune per lo sviluppo del tumore

E’ bene quindi fare alcune precisazioni .

1) sicuramente l’incidenza del sarcoma è aumentata in seguito all’intensificarsi delle procedure di vaccinazione, tuttavia sarebbe più opportuno parlare di sarcoma iniezione indotto, poichè anche inoculazioni di prodotti che non siano vaccini possono essere correlate allo sviluppo di qs patologia

2) è bene ricordare che il fibrosarcoma si sviluppa in soggetti predisposti, sennò se fosse vero il binomio VACCINAZIONE uguale FIBROSARCOMA nessuno dovrebbe più sottoporre a vaccinazione i propri felini, e soprattutto i gatti vaccinati sarebbero tutti affetti da cancro

3) il motivo per cui il fibrosarcoma è diffuso nella popolazione dei gatti è dovuto alla particolare sensibilità delle cellule (fibroblasti) della cute del gatto, in modo particolare nella regione cervicale interscapolare

4) sulla tipologia dei vaccini incriminati si potrebbe discutere, non solo per la rabbia ma anche per la leucemia virale felina (FeLV). tuttavia non criminalizziamo le vaccinazioni, hanno consentito il contenimento di alcune “epidemie”, tipo “.
Il punto da riflettere sarebbe magari nella frequenza de i richiami .
Infatti alcuni studi hanno evidenziato che una vaccinazione ogni tre anni e sufficiente ad mantenere un tasso anticorpale adeguato a proteggere dal virus della leucemia

Quindi dopo ogni vaccinazione ed iniezione di farmaci controllare la sede a distanza di alcune settimane e se notate dei noduli o rigonfiamenti subito fare un citologico da un veterinario esperto in citologia e se il referto e una neoplasia qualunque sia e’ preferibile asportare con bordi di almeno 2 cm sia attorno che in profondita’ al nodulo senza preoccuparsi di essere troppo invasivo, ma bisogna intervenire in modo definitivo in quanto le recidive danno una esito sfavorevole.
Fondamentale quindi la scelta di un chirurgo oncologo che sappia intervenire in modo radicale.

Non solo la chirurgia!
Quando ci troviamo davanti ad una neoplasia oltre alla chirurgia dobbiamo cercare di intervenire sulla risposta immunitaria del micio
Sicuramente se la chirurgia e’ radicale eluderei in primis la che mio in quanto particolarmente tossica e abbassa ulteriormente le difese immunitarie .
Importante invece e’ sostenere l’organismo specie dopo un intervento chirurgico e magari un ricovero in clinica .Infatti il gatto in situazioni stressanti abbassa le difese immunitarie ed quindi specie in questo periodo che dobbiamo sostenere l’organismo con antiossidanti ,antiradicali liberi con vit C,Vit E, Glutatione,Zinco.
Regolare il sistema immunitario con citochine omeopatizzate e soprattutto un alimentazione con valori nutrizionali alti.

Oncologia, Tumori nel gatto

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